CALLIMACO:
POETICA
A quanto sappiamo, Callimaco fu il primo
poeta ad essere anche editore della propria
opera: da qui l'esigenza di attenzione nella costruzione del singolo componimento
e la necessità di dare un ordine alla sequenza delle opere,
a costruire un vero e proprio monumento letterario, vale a dire una sorta
di enciclopedia personale che mira a sostituire
la poesia epica. Callimaco, però, si sbagliò nella valutazione
del sistema letterario a lui coevo, ignorando che la Grecia non poteva
vivere senza poesia epica: anche per questo egli fu un poeta
d'èlite, che ebbe fortuna soprattutto nel mondo romano.
L'avvento dei regni
ellenistici distrusse la figura dell'intellettuale legato alla pòlis.
In più, l'affermazione definitiva della scrittura
e l'uso del libro staccarono l'opera dall'occasione
esterna, permettendo al poeta una maggiore libertà che gli consentiva
di elaborare il proprio prodotto con arbitrio, infrangendo le leggi dei
generi letterari tradizionali. Il genere letterario divenne così
una struttura aperta a innovazione e sperimentazione.
Callimaco fu probabilmente la figura più
rappresentativa della cultura alessandrina: egli si impegnò nel
rinnovare la teoria e la prassi poetica e fu al tempo stesso filologo ed
erudito.
Prima di Callimaco, Aristotele
aveva fissato i canoni di ciascun genere letterario nella sua "Poetica",
alla quale si erano necessariamente dovuti rifare i poeti successivi: egli,
in questo modo, aveva dato a ciascun genere letterario il suo statuto
epistemologico. Secondo la concezione aristotelica la poesia differisce
dalla storia perchè tratta l'universale e dice le cose come potrebbero
essere, mentre la storia tratta il particolare e dice le cose come sono.
Aristotele si preoccupa di definire i limiti
tra l'ambito poetico e quello storico perchè essi sono entrati in
collisione.
Coloro che si staccano dalla poetica di Aristotele
e ne propongono una di nuova sono detti post-filosofici:
dopo Aristotele la civiltà greca cambia, e i poeti non vivono più
nell'atmosfera densa di filosofia di Euripide, Sofocle e degli altri autori
precedenti.
Callimaco è il primo ad esprimere
il proprio dissidio nei confronti della poetica tradizionale, e da lui
in poi avverrà il rigetto dei canoni aristotelici: per Callimaco
la poesia deve essere vera e occuparsi del particolare, non deve più
essere "res nullius", ma deve parlare del suo autore.
Proprio in quanto dissonante
rispetto alla tradizione, Callimaco può essere considerato un intellettuale
che dà inizio ad una vera e propria rivoluzione culturale. In questo
senso egli differisce dagli intellettuali romani di età imperiale
in quanto Callimaco è tale per scelta, gli intellettuali romani
per costrizione: Callimaco dissente dalla tradizione, gli autori romani
dissentono dai tempi.
L'arte, che
in Omero era imitazione di una creazione (la natura) e in Platone imitazione
di un'imitazione (gli oggetti reali che imitano le idee), in Callimaco
diventa fine a se stessa: essa fa da contorno
ad un contenuto fatto di verità.
La poesia di Callimaco, di cui egli stesso
è orgoglioso e che cerca di far conoscere, non tramanda valori,
ma fa sfoggio di cultura: Callimaco conosce il greco pur non essendo greco
(è nato a Cirene), studia Omero e lo insegna ai suoi discepoli e
si permette di disprezzarlo proprio perchè lo conosce a fondo.
I due caratteri fondamentali della poetica
di Callimaco si pongono in netta antitesi rispetto a quelli dell'epos:
essi sono la varietà (poikilìa)
e la leggerezza (leptòtes). Callimaco,
infatti, si ripropone di sperimentare tutti i generi letterari e di applicare
in essi un criterio fondamentale: la brevità. Per Callimaco, infatti,
"Mèga biblìon, mèga kakòv",
un grande libro è un grande male.
La diffusione del libro e la sostituzione
della pergamena al papiro risultano essere elementi determinanti per il
successo di Callimaco, che utilizza il libro come strumento per controllare
l'arte. Al contrario, l'opera d'arte antica non è controllabile,
perchè il canto proviene dalla musa e il poeta deve solamente tradurlo
in versi: essa, dunque, è un'opera d'arte autonoma, mentre quella
ellenistica è proprietà del suo autore. Con Callimaco, in
sostanza, siamo in presenza del primo vero "auctor"
della storia della letteratura.
NEXT
BACK
HOME